La Superlega riunisce l’Europa (brexiteer compresi)
IL FOGLIO – L’exit dall’Uefa ha provocato una cosa inedita nella storia recente dell’Europa: tutto lo spettro politico si è unito in difesa dell’establisment calcistico.
L’exit dall’Uefa ha provocato una cosa inedita nella storia recente dell’Europa: tutto lo spettro politico si è unito in difesa dell’establisment calcistico
Al di là delle dichiarazioni politiche, le istituzioni operano sulla base del trattato. Ci sono regole sulla concorrenza e sulla libera circolazione delle persone, compresi i calciatori, che vietano le discriminazioni. Tra le decisioni dell’Antitrust Ue ce n’è una che potrebbe impedire all’Uefa di fare male ai secessionisti. Nel 2017 la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, aveva dichiarato illegali le sanzioni dell’Unione internazionale del pattinaggio contro gli atleti che partecipavano a competizioni non riconosciute
La decisione di dodici grandi squadre di calcio di fare la loro exit dall’Uefa per lanciare la nuova Superlega ha provocato qualcosa di mai visto nella storia recente d’Europa: unire tutto lo spettro politico nella difesa dell’establishment calcistico. Da Boris Johnson a Emmanuel Macron, da Nigel Farage alla Commissione europea, da Marine Le Pen a David Sassoli, da Viktor Orbán a Mario Draghi, ieri è stato un coro unanime per deplorare l’avventura più ricca e solitaria di Manchester United, Liverpool, Manchester City, Chelsea, Tottenham, Arsenal. Real Madrid, Barcelona, Atlético Madrid, Juventus, Inter e Milan. Come ad ogni crisi, appena scoppiata quella della Superlega, lo sguardo di tutti si è rivolto verso Bruxelles. Che fa l’Ue? Occorre “difendere un modello di sport europeo basato sui valori, basato sulla diversità e l’inclusione, ha detto il vicepresidente della Commissione responsabile per il way of life europeo, Margaritis Schinas. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, si è detto “contrario a che il calcio diventi appannaggio di pochi ricchi. Lo sport deve essere per tutti”. Sul Foglio spieghiamo i dettagli della strana unione transazionale contro la Superlega.
Cosa può fare l’Ue? Il problema è che, al di là delle dichiarazioni politiche, le istituzioni operano sulla base del trattato. Ci sono regole sulla concorrenza e sulla libera circolazione delle persone, compresi i calciatori, che vietano le discriminazioni. Tra le decisioni dell’Antitrust Ue ce n’è una che potrebbe impedire all’Uefa di fare male ai secessionisti. Nel 2017 la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, aveva dichiarato illegali le sanzioni dell’Unione internazionale del pattinaggio contro gli atleti che partecipavano a competizioni non riconosciute. “Le federazioni sportive internazionali giocano un ruolo importante – aveva detto Vestager all’epoca – ma le sanzioni severe che l’Unione internazionale del pattinaggio impone ai pattinatori servono a proteggere i propri interessi commerciali e impediscono a altri di organizzare i propri eventi”. All’epoca la Commissione aveva obbligato l’Unione internazionale del pattinaggio a modificare le regole e accettare la competizioni di eventi concorrenti. Ieri un portavoce della Commissione si è limitato a dire che i luoghi migliori per risolvere la disputa sulla Superlega sono “gli arbitrati e i tribunali nazionali”.
Secondo alcuni giuristi, se la dottrina dell’antitrust dell’Ue sul pattinaggio dovesse applicarsi al calcio, la Commissione potrebbe costringere l’Uefa ad accettare la concorrenza della Superlega e impedirle di sanzionare i giocatori escludendoli da europei e mondiali. Ma altri giuristi come Ben Van Rompuy, professore di diritto della concorrenza all’Università di Leiden, “la proporzionalità rimane la chiave”. La durata e la portata del divieto dell’Uefa per i giocatori “sono ovviamente importanti”, ma “c’è una grande differenza” tra pattinaggio e calcio: “i pattinatori dipendono economicamente dalle competizioni negli eventi della Federazione internazionale di pattinaggio e l’accesso alle Olimpiadi è tutto”. Lo stesso non si può dire per i calciatori. Fonti della Commissione ci hanno detto che senza un’analisi del caso concreto è impossibile fare il parallelo. Il comunicato stampa dell’Uefa non basta all’Antitrust dell’Ue per farsi un’idea e lanciare eventuali avvertimenti. La speranza della Commissione è non farsi trascinare nella disputa sulla Superlega. Magari con la rinuncia dei 12 alla secessione.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 20 aprile, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Niente sanzioni per la Russia – I ministri degli Esteri dell’Unione europea ieri si sono disarmati da soli di fronte alla Russia di Vladimir Putin. Al termine di una riunione in videoconferenza in cui sono state usate parole di preoccupazione per l’Ucraina e di condanna per Alexei Navalny, l’Alto rappresentante, Josep Borrell, ha annunciato che “per il momento non c’è nessuna azione per adottare ulteriori sanzioni contro la Russia”. Eppure “più di 150 mila soldati russi sono ammassati alla frontiera dell’Ucraina e in Crimea”, cioè “il più grande dispiegamento dell’esercito militare russo alla frontiera ucraina di sempre”, ha detto Borrell. Eppure “la situazione del signor Navalny è critica”. Il messaggio che sarà ascoltato al Cremlino è quello sulle sanzioni. Per ora nulla, anche se in futuro le cose potrebbero cambiare. In un editoriale il Foglio spiega che l’Ue non ha bisogno di Sergei Lavrov per farsi umiliare come accaduto nella visita di Borrell a Mosca a febbraio: basta sé stessa. Sempre sul Foglio, Daniele Raineri spiega perché la finzione dei due Putin, quello con cui si può parlare e quello aggressivo, non funziona più.
Tusk chiede di fermare Nord Stream 2 – “Alcuni governi europei stanno rispondendo con più allarme alla formazione della Superlega che all’imminente (re)invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha scritto su Twitter, lo scienziato della politica Jasmin Mujanovic. Secondo l’ex presidente del Consiglio europeo e presidente del Ppe, “Se si vuole veramente fermare l’aggressione russa contro l’Ucraina, si deve fermare Nord Stream 2”. A proposito di Navalny, invece, da leggere Anna Zafesova che sul Foglio spiega perché l’oppositore russo va fino in fondo: il calcolo estremo e drammatico di un dissidente che si è fatto grande.
Michel trova l’accordo per porre fine alla crisi politica in Georgia – Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato un accordo tra le principali forze politiche in Georgia per porre fine alla crisi politica in Georgia. I firmatari – tra cui il partito al governo Sogno georgiano e il Movimento nazionale unito all’opposizione – si sono impegnati a “fare il proprio dovere fino alle prossime elezioni parlamentari con rispetto reciproco e riconoscendo l’importanza dell’unità nell’interesse della stabilità della Georgia”. L’accordo prevede riforme del sistema elettorale e della giustizia nel paese e potrebbe preludere alla liberazione del leader dell’opposizione Nika Media, arrestato in febbraio. Ma questa intesa “non è il traguardo finale”, ha avvertito Michel: “questo accordo è il punto di partenza del vostro lavoro per consolidare la democrazia della Georgia e lavorare per portare avanti la Georgia nel suo futuro euro-atlantico”.
Nuove sanzioni contro i militari Birmani – Timidi sulla Russia, i ministri degli Esteri dell’Ue ieri hanno almeno adottato nuove sanzioni contro i militari per il golpe in Myanmar. Nella lista nera dell’Ue sono finiti 10 funzionari legati al colpo di stato e due holding legate al regime militare.
Una strategia l’Ue per l’Indo-Pacifico – Infine i ministri degli Esteri hanno adottato la nuova strategia dell’Ue per la regione dell’Indo-Pacifico. L’obiettivo è di rafforzare la sua presenza e le sue azioni “in questa regione di importanza strategica fondamentale per gli interessi dell’Unione”. Chi parla di Indo-Pacifico parla anche di Cina. Tre frasi del documento che trovate qui hanno attratto la nostra attenzione. Primo, “l’Ue continuerà a sviluppare partenariati e a rafforzare le sinergie con partner che condividono gli stessi principi e con le organizzazioni pertinenti nel settore della sicurezza e della difesa. Questo significa anche rispondere alle sfide per la sicurezza internazionale, tra cui la sicurezza marittima, le attività informatiche dolose, la disinformazione nonché le tecnologie emergenti e di rottura (…)”. Secondo, “gli Stati membri riconoscono l’importanza di una presenza navale europea significativa nella regione indo-pacifica”. Terzo, “l’Ue valuterà l’opportunità di istituire zone marittime di interesse nella regione indo-pacifica”.
La Commissione sdrammatizza i ritardi nazionali sul Recovery – La Commissione europea ieri ha minimizzato l’importanza dei probabili ritardi nella presentazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza legati al Recovery fund. La scadenza è il 30 aprile, ma “non esageriamo l’importanza di questa scadenza”, ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer. “L’elaborazione di questo piano è un compito difficile per tutti gli stati membri”, ha detto un’altra portavoce della Commissione. Tra Covid-19 e requisiti da rispettare per ottenere i fondi, “alcuni governi possono avere bisogno di più tempo per finalizzare i piani”. Ma “per noi della Commissione la priorità è la qualità”, ha detto la portavoce. “E’ la qualità che prevale. E’ nell’interesse di tutti che alla Commissione arrivino piani di qualità”. Vale anche per l’Italia. “Tocca alle autorità italiane determinare quando saranno pronti a sottoporre il loro piano”, ha detto la portavoce. Finora nessuno stato membro ha inviato alla Commissione il piano definitivo. Contrariamente a quanto abbiamo scritto la scorsa settimana dopo un annuncio del commissario Johannes Hahn, l’Austria ha presentato solo la bozza (ci scusiamo con i lettori). Per il momento la Commissione ha ricevuto le bozze da 26 stati membri.
Kurz aspetterà l’Ema per comprare Sputnik V – L’Austria userà Sputnik V solo quando sarà approvato dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema), ha detto ieri il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, compiendo una marcia indietro sia sul vaccino russo sia sull’Ema. Il 31 marzo Kurz aveva annunciato l’acquisto di un milione di dosi di Sputnik V la settimana successiva. Ma l’ordine non è ancora partito. A inizio marzo il cancelliere austriaco aveva annunciato l’uscita dalla strategia dell’Ue sui vaccini accusando l’Ema di essere troppo lenta. Intanto questa settimana è attesa la nuova valutazione dell’Ema sul vaccino di Johnson&Johnson.
Lanciata la piattaforma digitale della CoFoE – I tre co-presidenti del comitato direttivo della Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFoE) ieri hanno lanciato la piattaforma digitale multilingue che dovrebbe permettere ai cittadini di dibattere dell’Ue dell’avvenire. La piattaforma “sarà il motore di tutta la conferenza che da la possibilità a ogni cittadino di partecipare”, ha detto l’eurodeputato Guy Verhofstadt. “Il futuro è nelle vostre mani”, ha spiegato la vice-presidente della Commissione, Dubravka Šuica.
Ma Alemanno ricorda che la CoFoE “esiste poiché l’Ue non dispone di uno spazio politico maturo, con partiti paneuropei e una sfera pubblica europea. È un succedaneo”. Inoltre “la domanda che tutti ci facciamo è: chi parteciperà? In che misura questa volta la Ue riuscirà a mobilitare massa critica rappresentativa delle istanze cittadine rispetto all’Europa?”. Per Alemanno, “il rischio dei soliti noti è alto”.
Quasi 15 miliardi di euro per il programma spaziale dell’Ue – Il Consiglio dell’Ue ieri ha adottato la sua posizione sul programma spaziale dell’Ue per il periodo 2021-2027, con una dotazione di 14,8 miliardi di euro. Il nuovo programma prevede di semplificare e razionalizzare il quadro giuridico esistente in materia di politica spaziale, dotando l’Ue di un adeguato bilancio destinato al settore spaziale per proseguire e migliorare gli attuali programmi spaziali faro quali EGNOS, Galileo e Copernicus, monitorare i rischi spaziali nel quadro della componente di sorveglianza dell’ambiente spaziale (SSA) e garantire alle autorità nazionali l’accesso a comunicazioni satellitari sicure (GOVSATCOM). Dopo un accordo politico raggiunto a dicembre con il Consiglio, il Parlamento europeo adotterà il provvedimento nella sua prossima sessione di aprile.
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